Nursery Cryme

  Finalmente disponibili per tutti le traduzioni italiane di Giovanni De Liso. (revisione gen.2016)
Nelle foto: i disegni originariamente pubblicati nella busta interna del LP.
  IL CRIMINE DELLA CAMERETTA:  
  Il titolo dell’album è un classico gioco di parole genesisiano.
La nursery rhyme è infatti la filastrocca per bambini.

Tutti i brani sono dei Genesis, ©1971

 

Il Carillon (The Musical Box)
Mentre il piccolo Henry Hamilton-Smythe (8 anni) giocava a croquet con Cynthia Jane De Blaise-William (9 anni), Cynthia dal dolce sorriso sollevò in alto la sua mazza ed elegantemente decapitò Henry. Due settimane dopo, nella cameretta di Henry, lei scoprì il suo prezioso carillon. Bramosamente lo aprì e mentre le note di “Old King Cole” iniziarono a suonare, apparve una piccola figura di spirito. Henry era tornato – ma non per molto, perché non appena entrò nella stanza il suo corpo iniziò rapidamente ad invecchiare, restando al suo interno la mente di un bambino. I desideri di una vita lo pervasero. Purtroppo il tentativo di convincere Cynthia Jane ad appagare la sua brama romantica spinse la sua balia ad entrare nella cameretta per scoprire cosa fosse quel rumore. Istintivamente la tata scagliò il carillon contro il bambino barbuto, distruggendo entrambi.

Suonami “Old King Cole”

Così potrò tornare da te,

Tutti i tuoi sentimenti sembrano ora così distanti da me

Sembra quasi non avere importanza ora

 

E la balia ti racconterà bugie

Su un regno che sta al di là dei cieli

Mentre io sono perso in questo mezzo mondo

Sembra quasi non avere importanza ora

 

Suonami la mia canzone

Eccola di nuovo

Suonami la mia canzone

Eccola di nuovo

 

Ancora un po’

Ancora un altro po’

Il tempo che mi rimane da vivere

 

Suonami la mia canzone

Eccola di nuovo

Suonami la mia canzone

Eccola di nuovo

 

“Old King Cole era una vecchia anima allegra

Una vecchia anima allegra

Voleva la sua pipa

Voleva il suo arco

E voleva i suoi violinisti, tre”

 

E l’orologio ticchettava

Sul caminetto…

Ed io voglio

Ed io sento

Ed io conosco

Ed io tocco… il suo calore

 

Lei è una donna, ha il tempo dalla sua

Tira indietro i capelli e lascia che io conosca il tuo viso

Lei è una donna, lei è mia

Tira indietro i capelli e lascia che io conosca il tuo corpo

 

Sto aspettando qui da tanto tempo

E tutto il tempo che è passato

Sembra quasi non avere importanza ora

Te ne stai lì con il tuo sguardo fisso

Dubitando di tutto ciò che ti dico

Perché non mi tocchi, toccami

Perché non mi tocchi, toccami, toccami,

Toccami ora, ora, ora

 

 

 Per Compagni Assenti (For Absent Friends)

Domenica alle sei quando i cancelli vengono chiusi

Un paio di vedove,

Ancora sedute lì,

Si chiedono se sono in ritardo per la messa

E fa freddo perciò si abbottonano i cappotti

E attraversano il prato, sono sempre le ultime

 

Passano vicino alle altalene chiuse con il lucchetto

Vicino alla giostra che ancora gira

Vedono avanti una bambina

Che torna a casa in passeggino

 

Davanti all’arco

Il prete le saluta con un cenno del capo

E’ vicino a Dio

Ripensano ai giorni in cui erano in quattro e non in due

Sembrano passati così pochi anni

Le teste chine in preghiera

Per compagni non più lì

 

Dopo aver lasciato due pence sul piattino

Corrono lungo il sentiero che porta fuori il cancello

E aspettano per prendere l’autobus

Che procede lentamente in strada

 

 

Il Ritorno della Panace Gigante (The Return Of The Giant Hogweed)

Giratevi e scappate!

Niente può fermarle

In ogni fiume e canale la loro potenza sta crescendo

Distruggetele

Dobbiamo abbatterle

Si sono infiltrate in ogni città con il loro sinistro odore

 

Eppure sono invincibili

Eppure sono immuni a tutti i nostri erbicidi

 

Tempo fa sulle colline Russe

Un esploratore Vittoriano scoprì la  panace reale in una palude

La prese e la portò a casa

La creatura botanica crebbe, cercando vendetta

Il mostro reale non aveva dimenticato

Ritornò a Londra

E fece dono della panace ai giardini reali di Kew

 

Non perdete tempo

Si stanno avvicinando

Presto, dobbiamo proteggerci e trovare un riparo

Colpitele di notte

Sono senza difese

Hanno tutte bisogno del sole per fotosintetizzare il loro veleno

 

Eppure sono invincibili

Eppure sono immuni a tutti i nostri erbicidi

 

Eleganti uomini di campagna avevano dei giardini selvatici coltivati

Nei quali ignari avevano piantato la Panace Gigante nel terreno

La creatura botanica crebbe, cercando vendetta

Il mostro reale non aveva dimenticato

In poco tempo fuggirono, diffondendo i loro semi

Si prepararono per un attacco furibondo minacciando il genere umano

 

LA DANZA DELL’ARTEMISIA GIGANTE

 

La forte Artemisia si vendica

Gli umani presto conosceranno la nostra collera

Uccideteli con i vostri tentacoli

HERACLEUM MANTEGAZZIANI

 

Viva l’Artemisia Gigante

AVANTI

 

 

Sette Pietre (Seven Stones)

Ho sentito il vecchio raccontare questa storia:

 

C’era un nomade, da solo in mezzo a una tempesta

Che disperato iniziò a togliere le foglie da sotto un albero

Sette pietre

Stavano sul terreno

Nella settima casa trovò un amico

E i cambiamenti senza conseguenze

Non porteranno da nessuna parte

 

Marinai, in pericolo sul mare

Tra le onde uno scoglio ancora non avvistato sembra vicinissimo

Vedono un gabbiano

Che ci vola attorno

Il capitano vira la nave senza chiedersi perché

Ed i cambiamenti senza conseguenze

Non porteranno da nessuna parte

 

La disperazione che affligge il mondo fa ridere il vecchio

Solo le risate del mondo lo rattristano, credetegli

La guida del vecchio è il caso

 

Ho sentito il vecchio raccontare questa storia:

 

Un contadino che non sapeva quando seminare

Consultò il vecchio mettendogli del denaro in mano

Con un’alzata di spalle

Il vecchio sorrise

Prese il denaro, lasciò il contadino al caso

Ed i cambiamenti senza conseguenze

Non porteranno da nessuna parte

 

La disperazione che affligge il mondo fa ridere il vecchio

Solo le risate del mondo lo rattristano, credetegli

La guida del vecchio è il caso

 

 

 

Harold Il Fusto (Harold The Barrel)

Notizia:

Un noto ristoratore di Bognor è scomparso di buon mattino stamani

E’ stato visto l’ultima volta con un cappotto grigio-marrone

Accuratamente camuffato

Lo hanno visto prendere un treno

 

Uomo della strada:

“Padre di tre figli, è disgustoso”

“Che cosa orribile che ha fatto”

Harold il Fusto si è tagliato le dita dei piedi e le ha servite per il tè

“Non può andare lontano” “Non può andare lontano”

“Non si regge sulle gambe”

“Non può andare lontano”

 

Inviato sul posto:

Mi trovo all’entrata della piazza principale

La tensione sta montando

C’è una folla agitata di gente arrabbiata

 

Uomo nel consiglio:

“Più di quanto abbiamo mai visto

Bisogna rafforzare la sicurezza”

 

Al municipio del posto

Il sindaco è pronto a parlare

 

Sindaco:

“Uomo losco, non puoi resistere a lungo, l’Opinione Pubblica sta con noi”

 

Opinione Pubblica:

“Non puoi resistere a lungo” “Non puoi resistere a lungo”

“L’avevamo detto che non ci si poteva fidare, suo fratello era come lui”

“Non puoi resistere a lungo”

 

Harold:

Se io fossi lontano da qui

Navigherei in mare aperto su una nave

Invece mi trovo su questo davanzale

Con tutto il mondo di sotto

Su, la finestra

Guardate la finestra

 

Signor Plod:

“Possiamo aiutarti”

 

Coro dei Plod:

“Possiamo aiutarti”

 

Signor Plod:

“Saremo tutti tuoi amici se scendi e ne parliamo, figliolo”

 

Harold:

“State scherzando”

“Mi butto di sotto”

 

La folla diventava più grande ed il nostro Harold più debole

Ondeggiava da una parte all’altra, avanti, indietro

Temendo il peggio

Chiamarono sua madre

Sul davanzale accanto a lui

Sua madre gli rivolse l’ultima supplica

 

La sessantasettenne Signora Barrel:

“Scendi dal balcone, se tuo padre fosse vivo sarebbe davvero sconvolto”

“Non puoi saltare” “Non puoi saltare”

“La tua camicia è sporca e ci sono quelli della BBC”

“Non puoi saltare”

 

Signor Plod:

“Possiamo aiutarti”

 

Coro dei Plod:

“Possiamo aiutarti”

 

Signor Plod:

“Saremo tutti tuoi amici se scendi e ne parliamo, figliolo”

 

Harold:

“State scherzando”

“Mi butto di sotto”

 

 

Arlecchino (Arlequin)

È calata la notte, la nebbia ha avvolto gli alberi

E nella luce soffusa i colori fluttuano, sbiadiscono a poco a poco

Pallidi e freddi come le figure che occupano la radura

La tela che continuano a tessere è grigia

Una fiamma tiene ancora in vita l’estate

Anche se le immagini di lei presto andranno in pezzi

 

Tutto è sempre lo stesso

Ma lì appaiono nella penombra dell’alba,

Anche se i tuoi occhi sono velati,

Tutti i pezzi che sono in cielo

 

C’era una volta un raccolto in questa terra

Mietuto dal cielo turchese, arlecchino, arlecchino

Danzando tre bambini occupano la radura

Loro erano le risate nel tortuoso corso d’acqua, e accanto

Chiudi la porta, l’immagine sbiadisce di nuovo

Nelle fiamme del camino

 

Tutto è sempre lo stesso

Ma lì appaiono nella penombra dell’alba,

Anche se i tuoi occhi sono velati,

Tutti i pezzi che sono in cielo

 

Non tutto è perso

E la luce filtra nella penombra dell’alba

Quando potrai vedere

Ordina i pezzi, rimettili a posto, rimettili a posto

 

 

La Sorgente Di Salmace (The Fountain Of Salmacis)

Da una densa foresta di grandi pini scuri

Il monte Ida sorge come un’isola

In una caverna nascosta le ninfe avevano cresciuto un bambino:

Ermafrodito, figlio di dei, così imbarazzato dal loro amore

 

Mentre l’alba saliva nel cielo

Il cacciatore vide tracce di cerva

Desideroso di conquistarla

Si ritrovò in una radura che non aveva mai visto prima

 

Ermafrodito:

“Dove sei, padre mio?

Dai saggezza a tuo figlio”

 

Narratore:

“A quel punto non riuscì più ad andare avanti

Perso, il ragazzo era guidato dal sole”

 

E quando iniziarono a mancargli le forze

Vide un lago scintillante

Un’ombra dall’abisso verde scuro

Disturbò quella strana tranquillità

 

Salmace:

“Le acque sono agitate

Una creatura si è mossa”

 

Narratore:

“Le acque sono agitate

La regina naiade Salmace è stata disturbata”

 

Quando lui corse a placare la sua sete

Una sorgente apparve davanti a lui

E quando il suo fiato bollente si fece largo tra la fresca foschia

Una voce limpida disse “Figlio di dei, bevi alla mia fonte”

 

L’acqua era stranamente dolce

Dietro di lui la voce risuonò ancora

Si girò e la vide vestita solo di un manto di nebbia

E quando lui la guardò fisso, gli occhi di lei si erano riempiti dell’oscurità del lago

 

Salmace:

“Saremo una sola cosa”

“Saremo uniti come un’unica cosa”

 

Narratore:

“Lei voleva che fossero una cosa sola

Ma lui non voleva”

 

Ermafrodito:

“Lontana da me donna dal sangue freddo

La tua sete non è la mia”

 

Salmace:

“Niente ci costringerà a separarci

Ascoltatemi, o Dei”

 

Una calma sovrannaturale discese dal cielo

E poi le loro carni e ossa furono stranamente mescolate

Per sempre per diventare una cosa sola

 

La creatura strisciò nel lago

Si udì una voce fioca:

“E imploro, sì, imploro che chiunque toccherà questa sorgente

Possa condividere il mio destino”

 

Salmace:

“Siamo una cosa sola

Siamo una cosa sola”

 

Narratore:

“I due erano ora diventati uno

Il semidio e la ninfa erano diventati un’unica cosa”

 

Entrambi avevano dato tutto ciò che avevano

Un sogno di amante era stato finalmente esaudito

Per sempre cristallizzato nelle profondità del lago

 

 

LA SORGENTE DI SALMACE

Ermafrodito: un fiore contenente sia gli organi riproduttivi maschili che femminili; persona o animale di entrambi i sessi.

Il piccolo Ermafrodito era il figlio di Ermes ed Afrodite, il frutto di una relazione segreta. Perciò fu affidato alle ninfe dell’isolato Monte Ida, che lo fecero crescere come una creatura selvaggia del bosco. Dopo il suo incontro con la ninfa dell’acqua Salmace, lanciò una maledizione su quell’acqua. Secondo la leggenda, tutti coloro che si bagnavano nell’acqua diventavano ermafroditi.