Ray Wilson

estratto dell'intervista di Mario Giammetti a Ray Wilson presente per intero su Dusk n.35


C'è un nuovo album in arrivo?
Sì, finalmente. Sto scrivendo da quando... Mi sono fermato un po' l'anno scorso, ma ho cominciato a scrivere il nuovo album appena terminato il tour con i Cut_. Penso che abbiamo finito nel giugno del 1999, forse abbiamo suonato per l'ultima volta a luglio. Ho scritto qualche canzone immediatamente, qualche brano l'avevo scritto quando eravamo in tour. Poi mi sono fermato, non ho fatto niente per una decina di mesi. E' stato quando i Genesis hanno dato l'annuncio che non avrebbero continuato la loro avventura come gruppo. Mi sono preso un po' di tempo lontano dalla musica. Probabilmente il mio amore per la musica era calato. Ne avevo avuto abbastanza. Non ho scritto più niente. Poi ho ricominciato sei o sette mesi fa ed è da quel periodo che sto scrivendo. Quando arriverà marzo o aprile avrò scritto circa diciotto brani, diciotto buoni brani registrati. Poi sarà il momento di parlare con una casa discografica e vedere cosa succederà. Allora sì, pubblicherò un album e questa volta sarà un album da solista. Non sarà un album dei Cut_ o qualcosa del genere. Farò un album da solista perché lavorare con gli altri è troppo complicato siccome uno è in America, l'altro in Norvegia... Non stava funzionando. Ho notato che facevo gran parte del lavoro da solo, e cosi ho deciso di fare tutto da me. Però sto lavorando con un paio di persone diverse. C'è anche un nuovo chitarrista. Tecnicamente è molto molto bravo - un buon chitarrista, un po' come Anthony Drennan o Daryl Stuermer, quel tipo di musicista. Tutto è andato per il verso giusto. Ho fatto qualche lavoretto con un suonatore di clarinetto, un pianista classico che suona il clarinetto. Sto facendo delle cose diverse e penso che quest'album sarà molto diverso dalle cose che ho fatto precedentemente.

Veniamo ai Genesis. L'ultimo concerto è stato al Rock in Park Festival del maggio 1998. Avete suonato davanti al pubblico dopo il leggendario Bob Dylan e tutto sembrava andare per il verso giusto. Dopo il concerto era gia deciso che tu dovevi fare un album con i Cut_ e Mike con i Mechanics. Come vi siete lasciati? Voglio dire, c'erano programmi del tipo "ci vediamo l'anno prossimo" o qualcosa del genere?
L'idea era di reincontrarci a settembre... penso settembre dell'anno successivo, il 1999. I programmi erano di cominciare a scrivere con lo scopo di pubblicare un altro album dei Genesis nella primavera del 2000, forse in aprile. Questi erano i programmi e quando abbiamo finito l'ultimo concerto era quello che pensavo io. Ad essere onesto, credo che anche Mike e Tony la pensavano così. Non penso che qualcuno abbia finito l'ultimo concerto pensando "è fatta, questa è la fine della strada". Tutti pensavano di fare un altro album perché ci siamo divertiti tutti, ed anche nel tour ci siamo divertiti. Abbiamo lavorato sodo ma è stato bello. In generale, eravamo tutti contenti. Naturalmente la cosa americana è stata un disastro. A me questo non importava più di tanto perché non ho mai avuto successo in America. Non mi preoccupava. Ero contentissimo con la gente che è venuta ai concerti ed che ha comprato i dischi. Sembrava che a tanta gente fosse piaciuto. Per questo Tony, Mike ed io abbiamo deciso di fare un altro disco. Quello che è successo nel periodo tra l'ultimo concerto ed agosto del 2000, onestamente non lo so. Non so perché tutto ad un tratto tutto è cambiato. Ho ricevuto una telefonata dove mi hanno detto che avrei cantato una strofa di "Carpet Crawlers" - Peter Gabriel doveva cantare una strofa e Phil Collins doveva cantare una strofa. Poi mi hanno detto che non avrei più cantato quella canzone. E poi mi hanno detto che la band stava per sciogliersi. Non so il perché. Penso che sia stato per la faccenda americana, però onestamente non lo so. Forse perché stavano per riunirsi a Phil. Forse è quella la ragione, ma veramente non lo so.

Il tour dei Genesis è stato un successo, almeno in Europa, però non è stato così grande come negli anni di Phil. Hai notato scontentezza in Tony e Mike per questa ragione?
Io non l'ho notata, ma sono certo che questa sensazione c'era. Penso che il contrario sarebbe impossibile. È come guidare una Rolls Royce per tanti anni e poi, tutto ad un tratto, guidare una Mini, una FIAT 123 o 126. Deve essere stato un po' così per loro. Erano abituati agli stadi e al grande successo e poi, tutto ad un tratto, è cambiato tutto. Ma nonostante tutto le cose sono andate bene, suonavamo in arene ed avevamo un bel pubblico. Secondo me è andata bene, ma naturalmente con Phil era un'altra cosa. Però non penso che si aspettassero qualcosa di diverso. Non penso che sarebbe stato possibile. Quando è uscito il disco di Phil "Dance Into The Light", il tour degli Stati Uniti non ha riscosso un gran successo rispetto ai suoi standard. L'album "Dance Into The Light" non era dei migliori ed il responso non è stato granché. Tutto questo è successo prima dell'uscita dell'album dei Genesis, e in qualche modo ne abbiamo risentito anche noi siccome negli Stati Uniti tanta gente pensa ancora che Phil Collins sia il cantante dei Genesis. Non sanno che le cose non stanno così e lo stesso si può dire per l'Inghilterra.

Nel tour dei Genesis, oltre a cantare, hai avuto anche il ruolo di comunicare con la gente. È stato difficile?
Il difficile era con la gente della band e del management. Naturalmente erano abituati al modo di fare di Phil Collins. Erano abituati alle cose che ha fatto lui per tanti anni e si aspettavano che io seguissi i suoi passi. Come sai Phil ha un certo senso dell'umorismo - è un tipo divertente, un vero personaggio ed è anche un grande attore. Ed io penso che loro si aspettavano che io prendessi qualche sua caratteristica. Ma naturalmente io volevo fare le cose a modo mio. Quello che ho fatto è stato qualcosa a metà strada: qualcosa a cui la band era abituata con Phil, tentando di incorporare un po' di quel senso dell'umorismo, o di tecnica per la voglia di una parola migliore (???). Ho tentato di fondere questo con il mio stile ed è stata una situazione pesantissima. Non potevo vincere. Ho perso la battaglia prima d'incominciare, però, a mio avviso, il responso della gente è stato positivo. Abbiamo avuto dei responsi magnifici, non ricordo reazioni negative. Ricordo di aver sentito che quando Fish lasciò i Marillion e Steve Hogarth si unì al gruppo, la gente teneva i biglietti in alto, il che, apparentemente, significava che non voleva essere là. O c'era qualcuno del pubblico che teneva alto il nome di Fish. Ho sentito queste storie di grande difficoltà. Devo essere sincero, non ho mai trovato difficoltà. Quello che invece succedeva era che per il concerto la gente non sapeva cosa aspettarsi e dopo due o tre canzoni si accorgeva che era bello. Diverso ma bello. Sono sicuro che a tanta gente non è piaciuto perché voleva Phil, ma c'era gente che voleva pure Peter, specialmente in Italia. Per me l'Italia è stato il paese più duro, l'audience più difficile. Penso che la ragione di questo sia che non suonavamo la musica che i fan italiani volevano ascoltare. Questa è la mia opinione. Io avrei preferito suonare la musica che piaceva ai fan italiani ed anche a molti dei vecchi fan dei Genesis. L'ho sempre detto. Preferisco la musica dall'album che contiene "Mama" e quelli che lo hanno preceduto. E non mi riferisco solo al periodo con Peter Gabriel. Adoro anche "A Trick Of The Tail" - è un disco fantastico. E mi piace anche molta musica da "Invisible Touch" e "We Can't Dance", ma non sono mai stato un fan della musica pop. Odio "Invisible Touch", quella canzone non mi piace per niente. È un brano pop noioso. Però penso che "Domino" sia un brano brillante, un pezzo di musica fantastico. Ed era quello che volevo fare. Però la decisione spettava a Mike e Tony. Loro sono dell'opinione che siccome gli album di maggior successo sono "Invisible Touch" e "We Can't Dance", la gente vuole ascoltare "I Can't Dance" ed "Invisible Touch" e così via. E, ad essere sincero, in generale è cosi. Se prendi tutta l'Europa per intero, inclusa l'Inghilterra, senza prendere paese per paese, le canzone più popolari sono quelle più famose. Non mi piace dirlo, però è cosi. Quando ero in Italia, e cioè nel paese dove i Genesis sono stati accettati per la prima volta, avvertivo che suonavo per gente che voleva non solo Peter Gabriel, ma anche una diversa generazione di musica dei Genesis.