In viaggio per la Germania verso l’incontro con i mitici “The Musical Box”

Come direbbe Snoopy all’inizio di un suo racconto, “tutto ebbe inizio un giorno uggioso di Aprile” quando una telefonata del mio amico Luca mi informava dell’arrivo in Europa dei mitici “The Musical Box” per una serie di concerti: occasione assolutamente imperdibile !!!!.

Vado subito a visitare il loro sito per informarmi circa date e luoghi del tour:  18 ottobre -  Francoforte - Jahrhunderthalle (foto a lato) è la data prescelta. A questo punto passo la palla, anzi la tastiera del computer, a Laura (mia moglie, visto che con le lingue foreste ci sa fare) per l’acquisto dei biglietti, che dopo un paio di giorni ci vengono recapitati: ora non rimane altro che aspettare il fatidico giorno!!! 

Organizziamo il viaggio, insieme a Luca e Miriam, in modo da poter unire l’utile (assistere al concerto) al dilettevole (passare un fine settimana in terra teutonica).

Partiamo il venerdì 17 (giusto per sfatare la nefasta maldicenza) e, dopo una fermata a Baden Baden ed aver trascorso la notte in un ameno paesino della Foresta Nera, arriviamo a Francoforte dove ci aspetta un introvabile mercatino dell’antiquariato, un negozio di musica (dove Luca fa incetta di DVD di gruppi prog sconosciuti in Italia) ma soprattutto un mercatino gastronomico con degustazione di specialità locali e boccali di birra fresca nel quale, neanche a dirlo, cerchiamo di “fiondarci” per il pranzo.

Localizzata poi la Jahrhunderthalle e trovata una sistemazione nei pressi per la notte, alle 19:00 ci troviamo nel foyer della sala.

Finalmente ci siamo!

Prendiamo posto all’interno della sala che, grazie alla forma sferica e alle gradinate ben disposte, offre la possibilità di avere un’ottima visuale da qualsiasi punto.

Alle 20:10 le luci si spengono; il palco, immerso nel buio, fa appena scorgere le sagome degli strumentisti che prendono posizione e  subito incombono le prime note di tastiera che portano alla fantastica e suggestiva introduzione di “Watcher Of The Skies”. Il prosieguo è a dir poco suggestivo con l’attacco fra chitarra e basso di Sébastien Lamothe (foto a lato) che inizia a martellare. Caspita che emozione! Mi fa tornare indietro alla Pasqua del 1994, alla serie di concerti tenuti dai Decode nella rassegna sull’elettronica nel campo musicale di Riccione, quando insieme a Laura ci occupavamo del suono e delle luci (certo il paragone è blasfemo ma da vecchio appassionato il ricordo di quei periodi mi fa sempre piacere).

Ma torniamo a noi: la carica che danno nell’interpretazione del brano è veramente grande, nulla  è lasciato all’improvvisazione e si capisce subito che dietro vi è un grande studio sia per la replica fedele dei suoni, grazie anche alla strumentazione originale utilizzata dai Genesis in quei tempi, sia per l’accurata esecuzione della partitura.

Non mi soffermo oltre su questioni tecniche che, fra l’altro, sono espresse nell’articolo di Mino Profumo in modo molto più esauriente e professionale.

Il pezzo continua senza alcun intoppo nella sua corsa: è davvero una grossa emozione assistere ad un’esecuzione del genere.

Alla fine Denis Gagné (foto a lato)  introduce con un piccolo monologo il pezzo seguente, “The Cinema Show”: fra un brano e l’altro Denis intrattiene il pubblico, come faceva Peter, con storielle e quant’altro.

“The Cinema Show” viene eseguita in maniera sublime; i travestimenti che Denis utilizza sono strabilianti ed identici a quelli che Peter utilizzava in quel periodo. Gesti e  movenze sul palco fanno capire che sono frutto di un attento studio dei vecchi filmati dei Genesis e delle dritte date dai  Peter, Steve, Tony, Mike e Phil.

La scaletta prosegue con “I Know What I Like” con tanto di back voices del batterista Martin Levac (foto a lato), fra l’altro mancino come Phil. Denis, con il tamburello nelle mani, marca la linea ritmica  spostandosi in continuazione sul palco.

Il pezzo seguente è un’altra botta d’adrenalina: l’inizio al piano di “Firth Of Fifth” mi fa accapponare la pelle sia per quanto riguarda la tecnica che per l’incisività che David Myers (foto a lato) riesce a dare al brano. Certo che questa introduzione di piano estremamente fedele alla forma originale è davvero una bella scommessa con se stesso! E che dire poi del duetto fra David e Denis Champoux (chitarra) prima che quest’ultimo inizi il mitico assolo,  eseguito con precisione millimetrica utilizzando tutte le tecniche che Steve usava per la sua esecuzione!

Infatti, come lui, Denis Champoux (foto a lato) suona appollaiato su di uno sgabello in posizione laterale sinistra (rispetto a chi guarda il palco) in modo da avere ampio agio nell’utilizzo della pedaliera disposta di fronte. Non è da meno l’assolo di flauto di Denis Gagné che dimostra, oltre ad una bella voce e ad un’ottima presenza scenica, anche una grande dimestichezza con lo strumento.

Porcaccia miseria ma mi vogliono proprio far schiattare! Dopo l’ennesima introduzione di Denis, utile a Martin Levac e David Myers per  imbracciare ciascuno una chitarra,  ho il presagio che ciò che andranno ad eseguire è “The Musical Box”. Cosa dire… non ho parole per commentare un altro pilastro dei Genesis che viene eseguito con dovizia di pennellate alle chitarre nella parte iniziale e con enfasi e grinta nella parte finale. Senza dimenticare il solito duetto fra David Myers e Denis Champoux alle prese con Mellotron e Hammond. Veramente strabiliante il finale con un crescendo da cardiopalma e con Denis Gagné che si presenta con la maschera da vecchio per finire in un bailamme di luci.

Il programma prosegue con “More Fool Me”, “The Battle Of Epping Forest” e “Horizons” eseguite, come sempre, in modo impeccabile ma che personalmente non mi danno le stesse emozioni dei pezzi precedenti. C’è da sottolineare la sempre straordinaria interpretazione di Denis Gagné sia a livello mimico che scenografico ed anche nel rifacimento degli abiti originali; ottima anche l’esecuzione di “Horizons” fatta da Denis Champoux con la chitarra acustica.

E, per concludere un concerto che fino a questo punto è stato strepitoso, non poteva mancare, come da scaletta originale, “Supper's Ready”. Anche qui sound e coreografie sono fantastiche ed ineccepibili; il pezzo si articola in modo preciso e come chiusura, prima del bis, il gruppo non poteva scegliere brano più adeguato.

La fine del pezzo coincide con una stand in ovation generale per la grande performance a cui si è assistito.

Spariti dietro le quinte per qualche minuto ecco che ritornano sul palco per l’acclamato bis.

Dalle prime note si capisce subito che l’esecuzione di “The Knife” ha un piglio incalzate,  grandioso e l’ennesimo fragoroso applauso segna, purtroppo, anche la fine della serata. 

Che altro dirvi, se non che, appena ritornati a casa e saputo che il gruppo ha fissato alcune date in Italia ed una a  Milano, abbiamo subito acquistato i biglietti! Abbiamo anche progettato di ritornare in Germania per il tour di “Foxtrot”:  vedremo che se ne farà!

Malgrado la tardiva stesura di questa mia “recensione” voglio consigliare a tutti i fan di assistere ad uno dei concerti di questo ottimo gruppo.

Ciao, ci vediamo ad Assago.

Laura & Maurizio