(...) “Change” è, finalmente, un disco solista di Ray Wilson senza più
alcuna protezione. L’album è stato registrato prevalentemente in Scozia,
ma, come ricorderete, lo scorso anno, a febbraio, Ray volò a New York
per integrare le registrazioni avvalendosi di una sezione ritmica
d’eccezione, formata da Nir Zydkyahu alla batteria e dall’ex bassista
dei Black Crowes Andy Hess. Non abbiamo purtroppo la versione definitiva
fra le mani (il disco esce il 22 aprile), ma sappiamo che al disco hanno
inoltre partecipato i due compagni d’avventura del tour acustico di Ray,
ossia la vocalist Amanda Lyon e suo fratello Steve Wilson alla chitarra.
(...) Qui sarà il caso di avvertire subito i lettori di Dusk più
tradizionalisti che questo disco è una delle cose che meno c’entra con i
Genesis di ogni epoca che sia mai apparsa su queste pagine, cosa che
personalmente ritengo un ottimo punto di partenza anziché un ostacolo
insormontabile come invece sarà, temo, per tanti altri. Le canzoni di
“Change” hanno una struttura semplice, molto spesso iniziano con voce e
chitarra acustica, ma poi vengono colorate da una ricca strumentazione,
che include anche strumenti bellissimi come il violino e la fisarmonica,
strumenti probabilmente riscoperti più volentieri in un certo rock
americano che qui in Europa. Del resto gli artisti che hanno
maggiormente influenzato Ray Wilson, per sua stessa ammissione, sono
tutti americani: R.E.M., Bruce Springsteen, Neil Young, e in particolare
Bob Dylan, alla cui vena, con le debite distanze, sono assimilabili
almeno tre brani del disco. Disco che dura complessivamente 41 minuti
(proprio come un vecchio LP) e che si apre con “Intro”, praticamente un
insieme di suoni riverberati con una voce lontana che riprende il
ritornello di “Another Day”, e che poi sarà ripreso anche alla fine del
CD, di cui dunque entrambi gli strumentali rappresentano una
introduzione e una conclusione. Di fatto, quindi, l’album inizia con
“Goodbye Baby Blue”, uno dei pezzi più belli. Anche qui la partenza è
con chitarra acustica e voce, ben presto appoggiate da chitarre
elettriche in rifinitura, e mi sembra di sentire anche una slide. C’è
ovviamente anche una batteria, suonata in maniera moderna, e sul
ritornello si ascolta un sound molto corposo di archi campionati, che
rendono la canzone un misto fra le grandi produzioni degli anni ‘60 e il
Brit pop. C’è anche un eccellente assolo di chitarra (forse il più
personale di tutto il disco) caratterizzato da un bel suono, e si
ascoltano bei cori in sottofondo, sui quali, sul finire, torna la
chitarra solista in rifinitura.
(...) Il finale struggente è tutto per percussioni, piano e organo, e va
a sfociare direttamente in “The Last Horizon”, lo strumentale che chiude
il disco trascinando per quattro minuti (paradossalmente è il brano più
lungo di tutto l’album!) drones, loop ed effetti, con la voce lontana e
filtrata di Ray su una base d’organo. Ray aveva anticipato a Roland
Meinhard nell’intervista apparsa nel numero scorso che aveva
l’intenzione di rappresentare, con questo strumentale, l’ascesa di una
persona che si muove dalla terra al cielo.
Qui
finisce il disco, ma attenzione! La Inside Out, etichetta tedesca che lo
pubblica (in Italia ottimamente distribuito da Audioglobe) rende
disponibile anche un'edizione limitata doppia (SPV 087-65550 CD IOMSECD
123), dove il secondo CD contiene, oltre all'inedito (peraltro
splendido) del singolo, “Gouranga”, altre due canzoni, “Dark” e “Cool
Water”. Per informazioni, consultare il sito ufficiale
www.raywilson.co.uk. “Change” non è un
disco che intende rivoluzionare la musica. Non è un album che percorre
territori nuovi, e non contiene, probabilmente, il tipo di musica che
molti lettori di Dusk, inclusi quelli che hanno apprezzato “Calling All
Stations”, si aspettavano di trovare. E’ semplicemente un bel disco che
racchiude in sé elementi di folk, di pop, di rock, di psichedelia. Come
si può vedere, non vi è traccia di progressive, ad ulteriore
dimostrazione che Tony e Mike avevano fatto una scelta volutamente
diversa, mostrando un coraggio notevole purtroppo ben presto rientrato
nei ranghi.
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