|
|
Le esclusive di Dusk: intervista a Ray Wilson Pubblichiamo qui solo un estratto, la versione completa è sul numero 41 |
|
|
L'intervista esclusiva a Ray Wilson
Torna al sommario del numero 41
|
Ray, la mia prima e probabilmente più importante domanda è questa: come procede la realizzazione del tuo nuovo album? E’ quasi completato a parte una canzone (Along The Way) scritta da Steve e che è l’ultima del cd, che comprenderà quattordici pezzi. Sono tutti brani nuovi, eccetto una versione di Another Day. La ragione dell’inclusione di questa canzone sull’album è che è stata registrata da Armin Van Buuren e non è stata mai pubblicata al di fuori della Germania. Si tratta di una versione completamente diversa che ho registrato a New York.
Questa versione di Another Day non è quindi acustica? E’ acustica ma c’è anche del ritmo. E’ stata realizzata con percussioni, un Wurlitzer (un synth ndt) e alcuni effetti dub/ambient. E’ un po’ diversa. Dapprima non era prevista la sua inclusione nel disco perché la canzone è stata di recente pubblicata da Armin in Inghilterra ed in America. Questi ha un numeroso seguito in tutto il mondo, un pubblico molto diverso dal mio. Ho quindi pensato che se avessi registrato una versione di quel brano l’avrei realizzata in maniera sensibilmente diversa – e così è stato. A parte questa canzone tutte le altre sono inedite.
Hai già suonato nuove canzoni nel corso dei concerti tenuti all’Edinburgh Fringe Festival lo scorso anno e durante le tue recenti esibizioni in Italia, Inghilterra e Germania. Gouranga, per esempio, o Beach e Believe e naturalmente il pezzo che dà il titolo all’album, Change, e, ancora, sul tuo sito ricordo si faceva menzione di un brano intitolato She Fades Away. Questi brani faranno parte del cd? Sì, tutti. In realtà ho scritto le canzoni per un nuovo disco due anni e mezzo fa e ho scartato quasi tutti i brani tranne Beach, Gouranga, Believe e She Fades Away, quattro canzoni di cui abbiamo detto. I brani sono stati realizzati in una forma diversa rispetto a come sono stati concepiti. Penso… che avevo bisogno di ritrovare me stesso, perché ho fatto parte di gruppi che avevano un sound diverso, a parte, ovviamente, i Cut_, ma anche l’album dei Cut_ sarebbe dovuto essere il secondo disco degli Stiltskin, così pure quell’album fu scritto con una band in mente. Quando ho iniziato a tenere concerti acustici ho capito che davvero mi divertivo, in maniera tale che ho scritto i pezzi principalmente con l’ausilio della chitarra acustica. Adesso ho trovato un sound di cui sono soddisfatto – davvero ne sono contento. E’ un qualcosa che sento di poter sviluppare. A qualcuno piacerà, a qualcun altro no. Ma chi gradirà potrà aspettarsi qualcosa del genere anche nella prossima occasione. Per la prima volta nella mia vita ho un sound di cui sono contento. Uno proprio mio. Roland Meinhard |
|