intervista esclusiva a Steve Hackett
effettuata a Milano da Mario Giammetti, Roger Salem e Paolo Leone:

la trascrizione integrale si trova su Dusk n.29

"Darktown" è ancora una volta un disco diverso; a tratti suona un po' strano con influenze bizzarre e un sacco di suoni sperimentali. È positivo che tu sia capace di resistere alla tentazione di soddisfare i tuoi fan non soltanto piantando in asso formazioni di successo come Genesis e GTR, ma anche evitando di ripetere le tue prime cose solistiche…
Credo ci sia una certa quantità di nostalgia che viene fuori con album tipo "Genesis Revisited", dove ho rifatto le vecchie cose, o "The Tokyo Tapes", dove invece abbiamo suonato molto di quel materiale dal vivo. E' stato un po' come rifare uno spettacolo di vecchie cose per far piacere a tutti. In passato si è detto che non ho suonato abbastanza cose dei Genesis nel corso degli anni. Ma non puoi accontentare tutti ogni volta, questo è il problema, ho sempre avvertito la necessità di fare un passo avanti. Quelli sono album a scopo nostalgico, qualcosa che non sempre è possibile suonare.
Il principale team di "Darktown" comprende, oltre a te, tre programmatori, Roger King, Ben Fenner e Jerry Peal; per contro sono davvero poche le apparizioni della tua sezione ritmica e persino di Julian Colbeck. E' stata una scelta precisa, e hai mai avuto l'impressione che stava venendo fuori un disco troppo elettronico?
Beh, io penso che… Questo disco sia l'equivalente orale dell'inseminazione artificiale, è come un bambino nato in provetta! Detto questo, è stato comunque un lavoro portato con amore ed anche un album che ha richiesto molti anni per essere assemblato, molto molto lentamente. E' semplicemente accaduto che non c'è una line up convenzionale su gran parte delle canzoni. Non ho mai avuto una mia band durante tutto l'arco di composizione del disco. E' stato sempre fatto in differenti fusi orari, nel mezzo di band e line up diverse, realizzato nel mezzo di altri progetti, e così c'è una notevole ampiezza di strumentazione utilizzata nelle varie tracce.
Ma direi che nel complesso, se esaminiamo brano per brano, il bilanciamento fra materiale suonato e materiale programmato è almeno al 50%. Alcune canzoni sono molto reali: "Days Of Long Ago" è quasi esclusivamente tutta suonata, ed anche "Man Overboard". Personalmente non credo sia un problema; se dovessi suonarti un pezzo come "The Golden Age of Steam" penso che tu avresti l'impressione di un'orchestra che suona con un coro e vari altri effetti. Quando l'ho fatta ascoltare a mio fratello John, che è un musicista classico, lui mi ha detto: "sei tu con la Philarmonic?". Lui riteneva che suonasse reale e in realtà penso che dipenda solo dal modo in cui ho scritto i credits sul disco che la gente sa cose è reale e cosa non lo è, altrimenti sarebbe molto difficile capirlo. E suppongo che se sono riuscito ad arrivare al punto che non si è in grado di capire cosa sia programmato e cosa no, vuol dire che ho utilizzato i campionamenti in maniera adeguata. Perché poi ho anche raggiunto un invidiabile livello di precisione con gli strumenti reali e utilizzo i samples in modo da non far trasparire cuciture, al punto che non puoi mai sapere se qualcuno è stato portato specificatamente in studio o se è stato soltanto utilizzato un frammento del suo lavoro. C'è una tremenda quantità di sequenze usate di musicisti reali che stavano suonando, e alcuni di loro sono stati più moderni, altri più antichi, ma l'atmosfera moderna funziona solo a seconda di come l'intera cosa viene messa insieme. E sono cosciente a questo punto che le reazioni possano essere duplici: o alla gente piace davvero, oppure pensano sia terribile e troppo elettronico e non proprio il loro tipo di cose. Alcuni mi preferiscono quando uso strumenti reali e così il resto di quest'anno lo passerò facendo altri tre album, tutti e tre con strumenti reali… almeno così sembrerebbe in questo momento. Dunque se questo sembra troppo elettronico, penso ci saranno cose in futuro che saranno molto più suonate con le mani. Ancora una volta non puoi compiacere tutti, non con ogni album. Questo mi ricorda un po' il tempo in cui Bob Dylan passò dall'acustico all'elettrico. C'era un'incredibile resistenza a quel cambiamento, eppure esso gli portò un nuovo stile, che era interessante. Arrivò il tempo in cui lui sviluppò questo tipo di stile rhythm'n'blues, quasi una specie di rap per quei tempi, dove egli cominciava a realizzare brani, come in "Subterranean Homesick Blues", che suonavano come il materiale prodotto dagli Stones. Si stava allontanando da cose tipo "Maggie's Farm", deve aver pensato "ohhh… non voglio fare un altro disco come quelli". E mi piacque a quel punto perché penso gli conferì un aspetto più da tongue and cheek, un approccio leggermente da commediante.
Nella prima parte di "Rise Again" sembra di ascoltare un folk singer degli anni '70, mentre sul piano lirico affronti il delicato problema della reincarnazione. È qualcosa in cui credi?
Credo nella sopravvivenza, e la reincarnazione è una distinta possibilità. Credo in diversi piani di azione e sono preparato all'idea di un viaggio nel tempo. Ma non nel modo in cui siamo soliti pensare, ossia che io sto personalmente per fare un viaggio indietro nel tempo ora. Non vedo perché, se tutto il mondo è un sogno. Ma se la realtà è un grande sogno, allora forse ci si potrebbe reincarnare la prossima volta in un nazista tedesco. Forse la mia filosofia è leggermente ai confini della realtà, ma io credo che uno possa tornare ai tempi medievali e vivere attraverso tutto quello daccapo. Credo sia possibile proprio come in un film. Non che io non veda l'ora di tornare all'inquisizione spagnola e di bruciare al palo, ma mi piace l'idea. Per citare Shakespeare, "nella tua filosofia ci sono più cose di quanto io abbia sognato, Horacio". La gente legge Shakespeare, quindi dobbiamo ritenere che lui sappia di cosa sta parlando.

"Days Of Long Ago", la canzone cantata da Jim Diamond, risulta coperta da copyright nel 1991, quindi presumo sia stata registrata nello stesso anno. Come hai conosciuto Jim?
L'ho incontrato mentre facevo Rock Against Repatriation, quella cosa per i boat people vietnamiti. Era un progetto di beneficenza che aveva lo scopo di far prendere coscienza della situazione critica dei rifugiati del Vietnam all'epoca in cui stavano atterrando a Hong Kong e venivano rimpatriati con la forza. Incontrai Jim in quell'occasione; avevo ascoltato la sua voce, e lui era uno dei cantanti destinati a prender parte al progetto. Quando gli sentii cantare la prima nota pensai che avesse una voce straordinaria. Non ci sono molte persone sulla terra con una voce come quella. Ci sono molti cantanti che suonano molto simili l'uno all'altro, e molte poche voci realmente eccezionali, lui possiede una queste voci.
"The Golden Age Of Steam" è parzialmente ispirata al libro "Il diario di Anna Frank". È interessante la tua idea di un bambino che si trasforma in una spia e causa la scoperta del nascondiglio della sua famiglia. Ma è particolarmente triste ascoltare questa canzone con la guerra in Kosovo che impazza in questi giorni.
Vorrei innanzitutto chiarire un punto. Nella mia storia la bambina non è una spia. Qualcuno deve dire ai nazisti che loro sono in quel particolare edificio insieme ad altre famiglie che si sono nascoste in una situazione simile all'epoca. Quindi la mia storia riguardava più che altro un tipo di personaggio. In questo caso era un ragazzo che sarebbe stato capace di muoversi facilmente in entrambe le direzioni e sfruttare la situazione in entrambi i casi. E' particolarmente triste ascoltare la canzone alla luce dei fatti del Kosovo, dicevi? Ho qualche idea sul Kosovo. Ci ho pensato per molti giorni, come ognuno ha fatto. Tutti noi stiamo cercando di pensare cosa sia giusto e cosa sbagliato.
(R.S.) È molto difficile da dire, quasi impossibile.
Sento di avere una soluzione, se il mondo è preparato a metterla in pratica. L'unico ostacolo sono i governi di tutto il mondo. Il grande problema è lo stesso di quando stavamo facendo "Rock Against Repatriation". Il grande problema è costituito dalle nazioni, dai confini e il nazionalismo.
(R.S.) Sembra che il nazionalismo stia tornando ultimamente, non diresti?
Sì, sia dentro i confini nazionali che fuori. Oggigiorno, se la gente fugge da un regime oppressivo, ciò che infatti è, allora dovrebbe avere la libertà di uscire e muoversi liberamente tra i confini. Altrimenti ci si ritrova con una mentalità da fortezza. Così va bene mandare le bombe ma non va bene fare entrare la gente. Perché non chiudersi in casa, perché dobbiamo bombardarli tutti all'inferno? Stai solo rispondendo alla violenza con altra violenza, dimostrando di essere allo stesso livello animalesco. Ho letto una storia ridicola l'altro giorno che diceva, a quanto pare, che in Australia stanno incoraggiando le ragazze a scuola di fare più figli perché gli australiani, che hanno un territorio enorme, non procreano abbastanza. Per storie come questa non voglio più sentirmi dire che non c'è abbastanza spazio nel mondo per la gente, il mondo è tale che siamo tutti collegati in qualche modo! Tutti leggono le stesse notizie e non bisogna essere dei geni per avere una visione globale delle cose. La realtà è che i politici stanno solo combattendo per il loro piccolo angolo del pianeta, rappresentando i loro microcosmi personali in un certo senso, rifiutandosi di vedere su scala mondiale. E' molto deprimente pensare che noi crediamo di vivere in un mondo civilizzato ma in realtà abbiamo ancora la mentalità dell'uomo delle caverne. A prescindere dal mezzo siamo ancora qui a colpire le persone sulla testa con le clave, lanciando delle bombe. Questo mondo fa schifo.

Passiamo a qualcosa di più ottimistico: musica. Ascoltando per la prima volta "In Memoriam" ho riconosciuto un'atmosfera King Crimson molto forte, specie una canzone come "Epitaph". Alcuni giorni dopo leggendo i credits ho scoperto che c'è un sample del basso di John Wetton. Puoi spiegare cosa è accaduto?
Quando John Wetton stava lavorando con me su "Firth Of Fifth" per "Genesis Revisited" usava un mio amplificatore e una mia pedaliera distorsore. E, sebbene non fosse la sua strumentazione, c'era ancora questo inconfondibile suono alla John Wetton. Deve esserci qualcosa nel modo in cui percuote le corde. Lo fa in un certo modo, gli dà dei colpetti… thoong… molto potente. Così ho ascoltato quello che faceva ed ho creato dei samples da questo suono di basso. Ho scritto io la linea di basso per la canzone. Di solito non scrivo le parti di basso, lascio che sia qualcun altro a farlo. Ma in quel caso l'avevo scritta perché era parte del motivo della canzone… duung duung dududuung… Semplice. Si ripete. E man mano che la canzone va avanti noi portiamo via più cose dalla canzone di modo che proponga l'idea filosoficamente e liricamente che forse possiamo fare meno e meno cose, e di solito è questo ciò che accade, quando varie cose vengono eliminate, il ritmo viene tolto, gli accordi sono tolti, ad un certo punto si sente solo il basso suonare. Non sono sicuro se il basso stia suonando allo stesso tempo, ma abbiamo levato tutti gli accordi nel mezzo e, sì, hai ragione, è molto influenzata dal materiale dei King Crimson e molto da "Epitaph", ho molti amici che hanno fatto parte dei King Crimson, e Ian McDonald suona su quel disco. Io penso che King Crimson e Genesis si influenzarono molto a vicenda, lavoravamo gli uni sui dischi degli altri. Phil ha suonato su un album di Robert Fripp e ad un certo punto mi accorsi che Robert usava loops vocali esattamente nello stesso modo che avevo fatto io su "Please Don't Touch". Robert inoltre suonava "The Lamb Lies Down On Broadway" dal vivo con Peter Gabriel e più recentemente Fripp ha detto che se i King Crimson originali si fossero riformati lui non avrebbe voluto farne parte ma suggerì che prendessi io il suo posto di chitarrista. Io ho replicato che sono lusingato di essere considerato meritevole di questo, ma che non sarei interessato a ricreare il passato in quel modo. L'ho già fatto con i Genesis sotto certi aspetti, penso che certe cose debbano essere lasciate alle band tributo. C'è solo una certa quantità di tributi che tu puoi fare. Ma io penso che i loro primi lavori siano grandi, particolarmente il lavoro dal vivo con Ian, e so che ci sono un sacco di cose su bootleg che si sono trasformate in dischi che Robert ha pubblicato sulla Discipline: anche se la qualità delle registrazioni, come lui stesso dice, lascia molto a desiderare, la qualità delle performance è molto alta, a mio avviso. L'idea era che ogni band poteva far musica in stili differenti, molto aggressiva o molto romantica e pastorale. Questa fu un'influenza per i Genesis molti anni fa. Il fatto che tu potessi fare differenti tipi di musica non ti costringeva a fare necessariamente un tipo di Rock'n'Roll diretto. Questo è qualcosa che influenza me ancora oggi. Sono cresciuto ascoltando il blues e Bach e l'idea che una band possa combinare molte influenze in entrambe queste regioni mi piace ancora. Alla fine del giorno, la miglior musica deve essere una fusione. Non dobbiamo aver paura del jazz, né della musica spontanea. Non sto dicendo che deve essere fatto esattamente nello stesso modo delle band fusion dalla metà alla fine degli anni '70, ma mi piacerebbe pensare che fosse possibile specialmente dal vivo, dove queste cose hanno potere ed energia, la dinamica della musica come quella. E' grande, non devi più soltanto vedere un cantante che urla "forza, battete le mani insieme a me". Non consente partecipazione perché è come un film o una storia che si dipana di fronte a te. E' un'avventura musicale che ha molti intrecci inattesi e si trasforma e continua a cambiare ingranaggi. E' come un'opera. Avete citato "Epitaph". Stavo pensando di recente che contiene una delle migliori performance vocali di Greg Lake di sempre. E' operistica, non è vero? Ha gli archi, l'aspetto visuale. Lo so che è catastrofica, dato che parla della fine del mondo. A proposito, il primo album solo di Ian sta per essere pubblicato dalla nostra etichetta, la Camino Records. Lui ha fatto una canzone con Pete Sinfield cantata da Gary Brooker. E' meravigliosa, si chiama "Let There Be Light" ed è come un incrocio fra King Crimson e Procol Harum, assolutamente adorabile. Mi piace sentire questo genere di cose, è fatta molto bene. E' una sorta di sinergia, che suona quasi come il tema conduttore di un film di James Bond! Molto potente, grandi suoni, alla John Barry.
(R.S.) Ennio Morricone?
Sì, come sapete adoravo "Cinema Paradiso". Ho amato sia la musica che il film.
(R.S.) Pensi di suonare un po' dal vivo, Steve?
Me lo sta chiedendo così tanta gente che temo dovrò per forza suonare qualche concerto. Ho registrato per anni, ora!
(R.S.) Allora c'è una possibilità?
Sì, sì… Devo farlo finché ho i miei denti. O finché ho principalmente miei denti! (ghigna - n.d.r.).
Per il boxed set dei Genesis hai registrato daccapo alcune parti di chitarra. Sei d'accordo con le post produzioni sui live album o semplicemente ti sei sentito autorizzato a farlo sapendo che Peter avrebbe comunque ricantato gran parte delle sue parti?
Sentivo che non volevo pubblicare nulla di cui non mi sentivo felice e personalmente non ero entusiasta dell'idea di pubblicare il box set. Ma loro lo avrebbero pubblicato con o senza la mia benedizione, così pensai che il modo migliore per fronteggiare il problema era ascoltare i nastri e verificare se la mia performance di chitarra era ad uno standard accettabile, ecco perché ho cambiato un po' di cose. All'epoca in cui suonavamo "The Lamb Lies Down On Broadway" avevo problemi con la mia mano e trovavo difficile suonare. Ebbi un incidente al polso e al pollice. Così ascoltando quei nastri adesso ho trovato che ci fosse bisogno di sistemare qualcosina, e questo è quello che ho fatto. Ma non così tanto, solo un po' di cose qua e là.

Puoi descrivere l'incontro con i membri passati e presenti dei Genesis dello scorso anno? Come ti sei sentito all'aeroporto e alla cena che avete avuto insieme eccetera?
Abbastanza curiosamente, mi è piaciuto incontrare alcune delle persone che non sono più nella band. Ho trovato queste persone probabilmente più comunicative di quelle ancora nel gruppo. Mi sono trovato benissimo con gente che non avevo mai incontrato prima, ed ho potuto vedere come essi fossero personalità aperte e bilanciate, benché gregarie, gente che non ha avuto il successo che ha avuto il resto della band. Ma devo dire che ho trovato la cosa interessante. Ad esempio Chris Stewart, che era stato il batterista originale, ha detto di essersi sentito ferito per essere stato scaricato quando erano ancora a scuola. Non avendo ottenuto il posto di drummer, passò molto tempo ad imparare a suonare la batteria piuttosto bene e poi divenne un agricoltore. Chris ha anche suonato la chitarra flamenco e mi ha mostrato alcune mosse di chitarra flamenco. Dunque, solo il fatto che una persona ha fatto molto bene nella vita ed un'altra non ha mostrato di aver fatto altrettanto non ha nulla a vedere in termini di sviluppo della personalità o nello schema della grandiosità delle cose… Trovo che lui sia un tipo interessante e mi chiedo come sarebbe stato lavorare con lui. Capisci ciò che intendo dire? Penso sia interessante, c'è stata così tanta gente nei Genesis, non si tratta solo della line up di cinque persone negli anni '70. Ci sono state tante altre persone, ed altri suonano con loro adesso. È un cambiamento continuo.
Durante le interviste fatte all'aeroporto di Heathrow una reunion occasionale sul palco era sembrata possibile…
Sì.
Puoi spiegarci la tua opinione al riguardo e perché non è ancora successo?
Penso perché nessuno ha mai menzionato la cosa a nessun altro. Nessuno mi ha detto "ti piacerebbe suonare dal vivo di nuovo con la band, Steve?". Io penso che questo realisticamente dovrebbe partire dalla line up attuale dei Genesis ed anche dal loro manager. Senza la sua benedizione o il suo tentativo di muovere le cose in quella direzione, sarebbe come nel box set. Non farebbe alcuna differenza se fossi io a proporlo, non penso di avere un effettivo potere in una situazione dove posso influenzare gli eventi. Se io fossi il proprietario del nome Genesis avrei la possibilità di fare quella telefonata e dire questo e quello. Ma personalmente non è così importante per me che io non detenga i diritti del nome della band, perché io penso che i contenuti di un prodotto siano molto più importanti del nome. Sono molto più interessato in quello che c'è dentro la copertina di un album che non nel nome scritto sopra, francamente.