intervista esclusiva
a Steve Hackett
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la trascrizione integrale si trova su Dusk n.29 |
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"Darktown"
è ancora una volta un disco diverso; a tratti suona un po' strano
con influenze bizzarre e un sacco di suoni sperimentali. È positivo
che tu sia capace di resistere alla tentazione di soddisfare i tuoi fan
non soltanto piantando in asso formazioni di successo come Genesis e GTR,
ma anche evitando di ripetere le tue prime cose solistiche…
Credo ci sia una certa quantità di nostalgia che viene fuori con album tipo "Genesis Revisited", dove ho rifatto le vecchie cose, o "The Tokyo Tapes", dove invece abbiamo suonato molto di quel materiale dal vivo. E' stato un po' come rifare uno spettacolo di vecchie cose per far piacere a tutti. In passato si è detto che non ho suonato abbastanza cose dei Genesis nel corso degli anni. Ma non puoi accontentare tutti ogni volta, questo è il problema, ho sempre avvertito la necessità di fare un passo avanti. Quelli sono album a scopo nostalgico, qualcosa che non sempre è possibile suonare. |
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Il
principale team di "Darktown" comprende, oltre a te, tre programmatori,
Roger King, Ben Fenner e Jerry Peal; per contro sono davvero poche le
apparizioni della tua sezione ritmica e persino di Julian Colbeck. E'
stata una scelta precisa, e hai mai avuto l'impressione che stava venendo
fuori un disco troppo elettronico? Beh, io penso che… Questo disco sia l'equivalente orale dell'inseminazione artificiale, è come un bambino nato in provetta! Detto questo, è stato comunque un lavoro portato con amore ed anche un album che ha richiesto molti anni per essere assemblato, molto molto lentamente. E' semplicemente accaduto che non c'è una line up convenzionale su gran parte delle canzoni. Non ho mai avuto una mia band durante tutto l'arco di composizione del disco. E' stato sempre fatto in differenti fusi orari, nel mezzo di band e line up diverse, realizzato nel mezzo di altri progetti, e così c'è una notevole ampiezza di strumentazione utilizzata nelle varie tracce. Ma direi che nel complesso, se esaminiamo brano per brano, il bilanciamento fra materiale suonato e materiale programmato è almeno al 50%. Alcune canzoni sono molto reali: "Days Of Long Ago" è quasi esclusivamente tutta suonata, ed anche "Man Overboard". Personalmente non credo sia un problema; se dovessi suonarti un pezzo come "The Golden Age of Steam" penso che tu avresti l'impressione di un'orchestra che suona con un coro e vari altri effetti. Quando l'ho fatta ascoltare a mio fratello John, che è un musicista classico, lui mi ha detto: "sei tu con la Philarmonic?". Lui riteneva che suonasse reale e in realtà penso che dipenda solo dal modo in cui ho scritto i credits sul disco che la gente sa cose è reale e cosa non lo è, altrimenti sarebbe molto difficile capirlo. E suppongo che se sono riuscito ad arrivare al punto che non si è in grado di capire cosa sia programmato e cosa no, vuol dire che ho utilizzato i campionamenti in maniera adeguata. Perché poi ho anche raggiunto un invidiabile livello di precisione con gli strumenti reali e utilizzo i samples in modo da non far trasparire cuciture, al punto che non puoi mai sapere se qualcuno è stato portato specificatamente in studio o se è stato soltanto utilizzato un frammento del suo lavoro. C'è una tremenda quantità di sequenze usate di musicisti reali che stavano suonando, e alcuni di loro sono stati più moderni, altri più antichi, ma l'atmosfera moderna funziona solo a seconda di come l'intera cosa viene messa insieme. E sono cosciente a questo punto che le reazioni possano essere duplici: o alla gente piace davvero, oppure pensano sia terribile e troppo elettronico e non proprio il loro tipo di cose. Alcuni mi preferiscono quando uso strumenti reali e così il resto di quest'anno lo passerò facendo altri tre album, tutti e tre con strumenti reali… almeno così sembrerebbe in questo momento. Dunque se questo sembra troppo elettronico, penso ci saranno cose in futuro che saranno molto più suonate con le mani. Ancora una volta non puoi compiacere tutti, non con ogni album. Questo mi ricorda un po' il tempo in cui Bob Dylan passò dall'acustico all'elettrico. C'era un'incredibile resistenza a quel cambiamento, eppure esso gli portò un nuovo stile, che era interessante. Arrivò il tempo in cui lui sviluppò questo tipo di stile rhythm'n'blues, quasi una specie di rap per quei tempi, dove egli cominciava a realizzare brani, come in "Subterranean Homesick Blues", che suonavano come il materiale prodotto dagli Stones. Si stava allontanando da cose tipo "Maggie's Farm", deve aver pensato "ohhh… non voglio fare un altro disco come quelli". E mi piacque a quel punto perché penso gli conferì un aspetto più da tongue and cheek, un approccio leggermente da commediante. |
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Nella
prima parte di "Rise Again" sembra di ascoltare un folk singer degli anni
'70, mentre sul piano lirico affronti il delicato problema della reincarnazione.
È qualcosa in cui credi? Credo nella sopravvivenza, e la reincarnazione è una distinta possibilità. Credo in diversi piani di azione e sono preparato all'idea di un viaggio nel tempo. Ma non nel modo in cui siamo soliti pensare, ossia che io sto personalmente per fare un viaggio indietro nel tempo ora. Non vedo perché, se tutto il mondo è un sogno. Ma se la realtà è un grande sogno, allora forse ci si potrebbe reincarnare la prossima volta in un nazista tedesco. Forse la mia filosofia è leggermente ai confini della realtà, ma io credo che uno possa tornare ai tempi medievali e vivere attraverso tutto quello daccapo. Credo sia possibile proprio come in un film. Non che io non veda l'ora di tornare all'inquisizione spagnola e di bruciare al palo, ma mi piace l'idea. Per citare Shakespeare, "nella tua filosofia ci sono più cose di quanto io abbia sognato, Horacio". La gente legge Shakespeare, quindi dobbiamo ritenere che lui sappia di cosa sta parlando. "Days Of Long Ago", la canzone cantata da Jim Diamond, risulta coperta da copyright nel 1991, quindi presumo sia stata registrata nello stesso anno. Come hai conosciuto Jim? L'ho incontrato mentre facevo Rock Against Repatriation, quella cosa per i boat people vietnamiti. Era un progetto di beneficenza che aveva lo scopo di far prendere coscienza della situazione critica dei rifugiati del Vietnam all'epoca in cui stavano atterrando a Hong Kong e venivano rimpatriati con la forza. Incontrai Jim in quell'occasione; avevo ascoltato la sua voce, e lui era uno dei cantanti destinati a prender parte al progetto. Quando gli sentii cantare la prima nota pensai che avesse una voce straordinaria. Non ci sono molte persone sulla terra con una voce come quella. Ci sono molti cantanti che suonano molto simili l'uno all'altro, e molte poche voci realmente eccezionali, lui possiede una queste voci. |
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"The
Golden Age Of Steam" è parzialmente ispirata al libro "Il diario
di Anna Frank". È interessante la tua idea di un bambino che si
trasforma in una spia e causa la scoperta del nascondiglio della sua famiglia.
Ma è particolarmente triste ascoltare questa canzone con la guerra
in Kosovo che impazza in questi giorni. Vorrei innanzitutto chiarire un punto. Nella mia storia la bambina non è una spia. Qualcuno deve dire ai nazisti che loro sono in quel particolare edificio insieme ad altre famiglie che si sono nascoste in una situazione simile all'epoca. Quindi la mia storia riguardava più che altro un tipo di personaggio. In questo caso era un ragazzo che sarebbe stato capace di muoversi facilmente in entrambe le direzioni e sfruttare la situazione in entrambi i casi. E' particolarmente triste ascoltare la canzone alla luce dei fatti del Kosovo, dicevi? Ho qualche idea sul Kosovo. Ci ho pensato per molti giorni, come ognuno ha fatto. Tutti noi stiamo cercando di pensare cosa sia giusto e cosa sbagliato. (R.S.) È molto difficile da dire, quasi impossibile. Sento di avere una soluzione, se il mondo è preparato a metterla in pratica. L'unico ostacolo sono i governi di tutto il mondo. Il grande problema è lo stesso di quando stavamo facendo "Rock Against Repatriation". Il grande problema è costituito dalle nazioni, dai confini e il nazionalismo. |
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(R.S.)
Sembra che il nazionalismo stia tornando ultimamente, non diresti?
Sì, sia dentro i confini nazionali che fuori. Oggigiorno, se la gente fugge da un regime oppressivo, ciò che infatti è, allora dovrebbe avere la libertà di uscire e muoversi liberamente tra i confini. Altrimenti ci si ritrova con una mentalità da fortezza. Così va bene mandare le bombe ma non va bene fare entrare la gente. Perché non chiudersi in casa, perché dobbiamo bombardarli tutti all'inferno? Stai solo rispondendo alla violenza con altra violenza, dimostrando di essere allo stesso livello animalesco. Ho letto una storia ridicola l'altro giorno che diceva, a quanto pare, che in Australia stanno incoraggiando le ragazze a scuola di fare più figli perché gli australiani, che hanno un territorio enorme, non procreano abbastanza. Per storie come questa non voglio più sentirmi dire che non c'è abbastanza spazio nel mondo per la gente, il mondo è tale che siamo tutti collegati in qualche modo! Tutti leggono le stesse notizie e non bisogna essere dei geni per avere una visione globale delle cose. La realtà è che i politici stanno solo combattendo per il loro piccolo angolo del pianeta, rappresentando i loro microcosmi personali in un certo senso, rifiutandosi di vedere su scala mondiale. E' molto deprimente pensare che noi crediamo di vivere in un mondo civilizzato ma in realtà abbiamo ancora la mentalità dell'uomo delle caverne. A prescindere dal mezzo siamo ancora qui a colpire le persone sulla testa con le clave, lanciando delle bombe. Questo mondo fa schifo. |
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Passiamo
a qualcosa di più ottimistico: musica. Ascoltando per la prima
volta "In Memoriam" ho riconosciuto un'atmosfera King Crimson molto forte,
specie una canzone come "Epitaph". Alcuni giorni dopo leggendo i credits
ho scoperto che c'è un sample del basso di John Wetton. Puoi spiegare
cosa è accaduto? |
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Puoi
descrivere l'incontro con i membri passati e presenti dei Genesis dello
scorso anno? Come ti sei sentito all'aeroporto e alla cena che avete avuto
insieme eccetera? Abbastanza curiosamente, mi è piaciuto incontrare alcune delle persone che non sono più nella band. Ho trovato queste persone probabilmente più comunicative di quelle ancora nel gruppo. Mi sono trovato benissimo con gente che non avevo mai incontrato prima, ed ho potuto vedere come essi fossero personalità aperte e bilanciate, benché gregarie, gente che non ha avuto il successo che ha avuto il resto della band. Ma devo dire che ho trovato la cosa interessante. Ad esempio Chris Stewart, che era stato il batterista originale, ha detto di essersi sentito ferito per essere stato scaricato quando erano ancora a scuola. Non avendo ottenuto il posto di drummer, passò molto tempo ad imparare a suonare la batteria piuttosto bene e poi divenne un agricoltore. Chris ha anche suonato la chitarra flamenco e mi ha mostrato alcune mosse di chitarra flamenco. Dunque, solo il fatto che una persona ha fatto molto bene nella vita ed un'altra non ha mostrato di aver fatto altrettanto non ha nulla a vedere in termini di sviluppo della personalità o nello schema della grandiosità delle cose… Trovo che lui sia un tipo interessante e mi chiedo come sarebbe stato lavorare con lui. Capisci ciò che intendo dire? Penso sia interessante, c'è stata così tanta gente nei Genesis, non si tratta solo della line up di cinque persone negli anni '70. Ci sono state tante altre persone, ed altri suonano con loro adesso. È un cambiamento continuo. |
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Durante
le interviste fatte all'aeroporto di Heathrow una reunion occasionale
sul palco era sembrata possibile… Sì. Puoi spiegarci la tua opinione al riguardo e perché non è ancora successo? Penso perché nessuno ha mai menzionato la cosa a nessun altro. Nessuno mi ha detto "ti piacerebbe suonare dal vivo di nuovo con la band, Steve?". Io penso che questo realisticamente dovrebbe partire dalla line up attuale dei Genesis ed anche dal loro manager. Senza la sua benedizione o il suo tentativo di muovere le cose in quella direzione, sarebbe come nel box set. Non farebbe alcuna differenza se fossi io a proporlo, non penso di avere un effettivo potere in una situazione dove posso influenzare gli eventi. Se io fossi il proprietario del nome Genesis avrei la possibilità di fare quella telefonata e dire questo e quello. Ma personalmente non è così importante per me che io non detenga i diritti del nome della band, perché io penso che i contenuti di un prodotto siano molto più importanti del nome. Sono molto più interessato in quello che c'è dentro la copertina di un album che non nel nome scritto sopra, francamente. |
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